
Dal momento che viene offerto spazio di discussione a elementi della saga come fumetti inutili, gadget orrendi e abbigliamento dai costi assurdi, mi sembra giusto parlare di un altro soggetto simile.
Con l'acquisto di uno smartphone tutto sbrilluccicoso e classy ho deciso di sacrificare tempo e qualche spicciolo per questo spin-off tanto ignorato.
Questa volta niente eroi o paladini galattici, impersoniamo un sempre scontroso e scurrile agente operativo di nome Randall Ezno, che raccoglie nella sua figura (insbiegabilmente bassissima rispetto agli personaggi): il ciuffo improponibile di Kaidan Alenko, il viso dell'Illusive Man e la personalità di Zaeed Massani. Dopo una breve missione in cui dovremo catturare un turian cecchino, a Randall verrà portata via la sua padrona di friendzone Inali, la tech Cerberus rapita dalla stessa organizzazione per cui lavora, per orribili scopi (che potete immaginare comunque, alla Cerberus abbiamo capito che fanno solo esperimenti scandalosi).
Essendosi Randall reso conto che i suoi datori di lavoro sono tutti fuori di senno, (gli eventi sono paralleli a quelli di Mass Effect 3) questi decide di gettare nel totale chaos la base operativa, chiamata Barn, con l'aiuto di un Volus con cui entra in contatto via radio che, nonostante sia petulante e ripetitivo, dimostra di possedere indispensabili conoscenze informatiche. Facendosi largo attraverso prigionieri alieni imbufaliti, robot e soldati Cerberus, il protagonista seguirà le indicazioni dell'innominato Volus per cercare Inali e il sinistro direttore del Barn.
La possente e torreggiante figura di Randall Ezno, comparata agli esili e ordinari soldati di Cerberus.I ragazzi della IronMonkey Studios hanno avuto l'evidente desiderio di implementare del tutto lo stile di gioco della trilogia originale e devo dire che ci sono riusciti, nonostante alcune situazioni di gameplay snervante. Impugnando il nostro smartphone come un GameBoy Advance, interagiamo toccando lo schermo per correre, sfruttare le coperture, cambiare arma e abilità biotica e, ovviamente, mirare e sparare. Sigh.
Spesso l'interazione risulterà accidentata in quanto frequentemente sbaglieremo comando, facendo così uscire dalla copertura Randall o sparando alle mosche, dal momento che l'unico modo per arrecare danno ai nemici è sparare mirando alla testa con l'aiuto di un segnalino target arancione che ci assicurerà una mira letale se sovrapposto esattamente al nostro mirino. Tentando di sparare in altre aree del corpo, invece, si sortirà lo stesso effetto del lancio di caramelle. Il getto dei colpi è comunque automatico, l'abilità del giocatore sta nel mirare, in slow motion, il punto debole del nemico prima che Randall svuoti il suo caricatore.
La mira alla testa è fondamentale ma costituirebbe un vero incubo per chi ha le dita grosse.Durante gli scontri ci sarà modo di utilizzare quattro diverse armi e quattro abilità biotiche, sbloccabili tutte in uno Store in cambio dei crediti che si otterranno ad ogni checkpoint che riassumerà brevemente il nostro stile di combattimento in base al tempo che abbiamoimpiegato per sbarazzarci dei nemici, alla salute che abbiamo perso e allo stile di lotta (utilizzo di diverse armi e abilità), premiandoci così con materia spendibile dopo una classifica che giudica senza pietà le nostre performance in base alla filosofia "bronzo, argento, oro".
In generale i comandi sono intuitivi e sono concepiti con l'idea di essere gestibili e rapidi: correre verso una copertura per far accovacciare Randall -> tap sul nemico per scoprirsi e mirare -> trascinamento del mirino sulla testa del bersaglio per fracassarlo di proiettili -> tap di nuovo per interrompere la sparatoria e tornare in copertura.
Ma ovviamente non è così tutto fluido come sembra. Frequentemente ci si troverà a gestire, su quel piccolo display da 4-5 pollici, situazioni in cui siamo circondati e non abbiamo copertura a portata di mano, assicurandoci morte certa. In questi momenti ringraziamo i nemici per averci di averci risparmiato momenti di ansia, in modo rapido e indolore, ma li malediciamo subito dopo esserci resi conto che dobbiamo ricominciare il checkpoint da capo.
Per aiutare il giocatore in questi momenti intensi, si è pensato bene di aggiungere l'abilità di renderci invisibili per un breve periodo di tempo, dandoci dei secondi di tregua in cui i nemici inebediti smetteranno di attaccare e che ci permetteranno di trovare riparo e riprendere il controllo del personaggio e della nostra facilmente alterabile personalità.
Alcuni momenti del gioco sono inoltre dedicati alla classica scelta Paragon - Renegade che modificheranno l'esito della sequenza finale del gioco. Molto semplici a dire il vero, niente dialoghi o scelte intricate, un semplice "o t'ammazzo o vabbè dai, scappa prima che cambi idea".
Stiamo sempre parlando di un giochino per il cellulare da 500mb, non aspettiamoci chissà quale profondità delle vicende.Ad "arricchire" la storia principale si aggiunge una missione bonus "Incarceration" che vede protagonista il turian catturato da Randall all'inizio del gioco, il quale tenterà in tutti modi di scappare dalla base Cerberus aprofittando del chaos causato dallo stesso Randall.
In questo caso non saranno disponibili equipaggiamenti alternativi, ne abilità biotiche, rendendo il gameplay più arduo.

Tutto sommato Mass Effect: Infiltrator è un giochino divertente, ideale per passare il tempo se non avete altri sfoghi videoludici a portata di mano. La colonna sonora della trilogia originale e alcuni riferimenti "easter egg" come quello su Garrus o su Blasto, arricchiscono, in un certo senso, questo piccolo sparatutto. I boss sono anche abbastanza divertenti da sconfiggere.
Un altro aspetto positivo è la già discussa implementazione dello stile di gioco di Mass Effect, che rischia però, nonostante la sua semplificazione, di rendere spesso il gioco arduo e poco gestibile sul piccolo schermo del telefono.
Inutile fare discussioni sulla trama, un mero pretesto per fornire al giocatore livelli in cui sparare ai nemici. Non che sia un elemento negativo, d'altronde non è che ci aspettiamo emozioni e struggimenti dai giochi per cellulare. Quello che conta, alla fine, è sporcare lo schermo con le nostre frenetiche mani e basta.